Oggi intervistiamo una persona che in foto non compare mai, ma che senza il suo contributo di immagini ne avremmo ben poche: Alberto Poldi-Allay.
Alberto è il fotografo ufficiale del Fidenza, nonché responsabile del settore della comunicazione. A lui si deve anche la realizzazione del calendario 2022 targato Fidenza Calcio.

 

Ciao Alberto, oggi, per una volta, sarai tu al centro dell’attenzione! Voglio iniziare chiedendoti: da quanto tempo sei fotografo del Fidenza e come lo sei diventato? Seguivi il Fidenza anche prima?

Ciao Mattia, sono ufficialmente fotografo del Fidenza Calcio dal campionato 2016-2017.
Prima seguivo il settore giovanile: nel 2012-2013 mi dedicavo alla squadra in cui giocava mio figlio, poi ho continuato per amicizia. Saverio era andato a giocare in una squadra formata essenzialmente da compagni di scuola, ma il rapporto con il Fidenza Calcio andava oltre a situazioni tangibili del momento, infatti, era costituito da stima e amicizia.
Una mattina mi telefonò Massimo Allodi chiedendomi se avessi voluto seguire la prima squadra in qualità di fotografo, così dal campionato 2016-2017 divenni la persona vestita in giallo con la macchina fotografica in mano che, a bordo campo, segue la gara e scatta foto in continuazione.

 

Quella della fotografia è una passione o avresti voluto farlo come lavoro?

Sì e No. La fotografia è una passione che ho dall’età di quattordici anni, quando mia zia mi regalò la mia prima macchina fotografica.
Da allora, tecnica e voglia di cogliere attimi particolari sviluppò in me un’autentica passione. In seguito nel corso degli anni, cercai di allestire mostre fotografiche personali, da cui capii che la fotografia non poteva essere il mio lavoro, altrimenti avrei perso quelle sensazioni che rendevano particolari quelle foto.

 

Quando scatti che cosa cerchi di cogliere? Ti focalizzi su momenti particolari di una partita o segui semplicemente l’istinto?

Si certo, esistono attimi particolari e canonici che definiscono la gara nel suo contesto, poi ci sono quelle espressioni personali o attimi di gioco che rendono lo scatto sempre “emozionante”, anche a distanza di tempo. Questo fa capire l’intensità emotiva di quell’istante e forse in quelle situazioni è l’istinto che predomina sul contesto.

 

Oltre ad essere fotografo sei anche il responsabile della comunicazione. Qual è il ruolo più difficile e insidioso?

Chiaramente è più difficoltoso essere responsabile della comunicazione, in quanto spesso mi trovo a mediare circa posizioni poco chiare.
Spesso incontro persone che parlano in modo non appropriato della realtà del Fidenza Calcio e questo è uno dei punti in cui sarebbe necessario intervenire per una migliore lettura dei fatti.

 

La reputazione di una società si costruisce anche attraverso le immagini e la comunicazione. Che tipo di strategie adottate a riguardo? C’è sempre unità di intenti o talvolta vi trovate in disaccordo su quale strada intraprendere?

Sicuramente una società sportiva costruisce la propria reputazione sui risultati raggiunti e immagini che li attestano, ma non solo. Infatti, i comportamenti dei giocatori e dirigenti in campo e fuori identificano una società seria e ben strutturata.
Il Fidenza Calcio, però, non è solo una società calcistica in quanto ogni due anni organizza un convegno medico-scientifico a cui partecipano professionisti e luminari del settore affinché si possano far conoscere meglio i risultati di ricerche e studi da applicare nel mondo dello sport.
Inoltre, ci sono state e ci saranno sempre iniziative più filantropiche in cui tutta la dirigenza si impegna, ma sempre dopo un consulto interno per ottenere un’unione di intenti più ottimizzata e concreta.

 

Hai un aneddoto curioso da raccontarci riguardo la tua esperienza al Fidenza?

Più che aneddoto sono situazioni, ad esempio sul finire del campionato 2018-2019 l’allenatore Riccardo Sipone era riuscito ad infondere tanta energia e convinzione in Edoardo Formaleoni, tale che, inserendolo nella gara agli ultimi 25 minuti, riusciva sempre a trovare il guizzo e spunto per segnare quel gol, tanto auspicato durante la partita.
Altrimenti il gol di Federico Martinelli che evitò la retrocessione del Fidenza, e quello premiò sia Federico che il Fidenza stesso: per Federico fu un anno calcistico segnato da tanti infortuni ma terminato in modo esaltante, mentre il Fidenza diede prova di lungimiranza e maturità, dando fiducia ad un bravo e volenteroso ragazzo in un anno per lui sfortunato.
Però l’aspetto più particolare è quello che si ripete ogni domenica prima, durante e dopo il match, in quanto il Fidenza calcio è un gruppo di amici che si incontrano periodicamente per condividere e dare forza ad un modo bello di vivere lo sport.

 

Oltre alla fotografia, hai una passione molto particolare che è quella del canottaggio. Parlacene un po’.

La mia passione è sempre quella di viaggiare, conoscere, assaporare situazioni e tradurle in immagini fotografiche. Quando avevo vent’anni facevo il ciclo-turista e con la mia bici percorrevo pezzi d’Europa poi, con il trascorrere del tempo, ho cercato luoghi sempre più particolari fino a scoprire le zone “ZSC” (Zone Speciali di Conservazione, aree in cui sono applicate misure di conservazione necessarie al mantenimento degli habitat naturali), ed alcune di queste è possibile percorrerle solo in kayak e in determinate occasioni.
Da qui nasce e si rinnova la passione per uno sport a stretto contatto con la natura.

 

Grazie Alberto per la tua collaborazione. Le immagini sono ciò che rendono i momenti migliori indimenticabili, cosa che tu stai facendo da diversi anni e che ci auguriamo possa continuare a fare ancora a lungo!

 

Mattia Dallaturca