Corrado Rizzolini è il Presidente del Fidenza Calcio, ma è stabilmente in società dalla fine degli anni Novanta.
In particolare, ha avuto il merito di spingere i fratelli Chiesa, con i quali lavora da quando ha 25 anni, ad entrare in società e ad investire sulla squadra.
Da quanto tempo fai parte del Fidenza?
Sono entrato nel Fidenza come dirigente accompagnatore delle giovanili nel ’92-93 perché mio figlio giocava a calcio e seguivo le sue partite; poi nel ’99-00 sono entrato nella dirigenza della prima squadra.
Nel 2006/07 sono diventato socio e, insieme a molti altri, siamo subentrati in società al posto di Parizzi per evitare che il Fidenza, a causa di problemi economici, potesse scomparire. Per le risorse che avevamo a disposizione, abbiamo fatto un ottimo lavoro portando il Fidenza dalla Promozione alla Serie D.
Ad oggi qualche socio, per motivi di tempo e di lavoro, si è ritirato e siamo rimasti in quattro.
In passato hai giocato a calcio?
No, sono stato scartato da calciatore perché non ero idoneo. Mi hanno detto di cambiare sport!
Da allora ho iniziato ad andare in bicicletta, anche se comunque la passione per il calcio mi è rimasta. Già da ragazzo seguivo un po’ il Parma, ma soprattutto il Fidenza.
Tuttavia, come dicevo, il mio primo sport agonistico è stato il ciclismo. Successivamente, per problemi fisici e di salute ho dovuto smettere definitivamente di fare sport all’età di 19 anni.
Qual è stato il più impegnativo tra i ruoli che hai svolto?
L’impegno è sempre nelle 24 ore. Prima, come dirigente, mi concentravo solo sulla squadra e non mi occupavo della parte amministrativa; adesso, come Presidente, è quest’ultima ad essere preponderante.
L’impegno è importante, ma essendo un bel gruppo, ognuno ha i suoi ruoli e i suoi compiti per cui c’è meno carico a livello individuale. L’unico è Giorgio che, come Amministratore Delegato, ha il carico maggiore.
Il rapporto con i Chiesa va anche al di fuori di quello sportivo? Racconta.
Io lavoro con loro da quando ho 25 anni. Possiamo dire che sono stato io a trascinarli e coinvolgerli all’interno del Fidenza Calcio.
Abbiamo un buon rapporto di lavoro e di amicizia che dura da tantissimi anni!
Cosa si prova ad essere Presidente l’anno del centenario?
Innanzitutto, devo ringraziare tutte le persone che hanno contribuito e reso possibile l’evento, il libro e il calendario, a partire da Luciano, Fabio, Massimo, Alberto, Giorgio, Claudio e Franco perché la maggior parte del lavoro l’hanno svolta loro.
Il bello dell’evento è stato vedere il teatro Magnani pieno, è stata una grande emozione per me e per tutti. È stato il coronamento di tanto duro lavoro.
Abbiamo cercato di coinvolgere tutti, senza escludere nessuno, anche se, per forza di cose, qualche imperfezione c’è stata, ma come è normale che sia.
Nella tua esperienza qui a Fidenza, qual è stato il momento che ricordi con più felicità?
Sicuramente la vittoria della Coppa Emilia e la promozione in Serie D perché siamo partiti da una società che doveva essere smantellata, ma grazie a dirigenti capaci siamo riusciti a rimetterla in sesto e, in quattro/cinque anni, a passare dalla Promozione alla Serie D.
Hai un aneddoto divertente che vuoi raccontare?
Era divertente andare allo stadio tutte le domeniche con il gruppo di dirigenti. C’era allegria e anche quando si perdeva essere tra amici ti aiutava a tornare di buon umore.
Non vedevamo l’ora fosse domenica per seguire le partite in compagnia!
Anche adesso c’è ancora questa voglia di ridere e scherzare, però c’è anche un po’ di rammarico perché la Prima Categoria è un campionato che al Fidenza sta stretto. Il suo posto sarebbe tra Promozione, Eccellenza e Serie D.
Dove può arrivare questa squadra in questa seconda metà stagione?
A causa del Covid c’è stata poca continuità e la squadra ne ha risentito, soprattutto a livello di infortuni. Per un giocatore non è facile allenarsi in queste condizioni e può diventare demoralizzante.
La pandemia non ha permesso di programmare a dovere queste ultime stagioni; adesso speriamo di concludere al meglio questa seconda parte di campionato. Come Fidenza puntiamo ai playoff e, se ce ne sarà l’occasione, anche alla promozione!
Grazie Corrado, essere Presidente di una squadra di calcio non deve essere facile soprattutto perché, come dicevi, l’attenzione ricade prevalentemente sulla parte amministrativa.
Tuttavia, la divisione dei ruoli e dei compiti garantiscono maggiore efficienza alla società e, di conseguenza, anche i risultati sportivi sono portati a crescere e migliorare.
Mattia Dallaturca
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