Domenica avete fatto una grande prova contro la capolista Carpaneto, conducendo la partita fino all’87’. C’è amarezza per il gol subito alla fine o prevale comunque la soddisfazione di una grande prestazione?

Sicuramente a fine partita prevaleva di più un senso di amarezza. Siamo stati in vantaggio fino a tre minuti dalla fine e la sensazione in campo era che stessimo ribattendo colpo su colpo al loro forcing.
Nonostante i risultati altalenanti di quest’anno, c’è da dire che la squadra è composta da tanti giocatori che non sono abituati ad essere contenti per un pareggio.
Credo sia normale avere a caldo una reazione del genere, e penso anche che sia giusto così.
Vero è che comunque la prova è stata molto buona.
Ciò che si è ribadito tra di noi a mente lucida mercoledì nello spogliatoio, è che una prestazione del genere deve essere il punto di partenza di ogni domenica.
La percezione è che la squadra non si sia esaltata troppo, perché comunque sa che c’è ancora tanto da fare.

 

Dalla sconfitta contro la Sarmatese la squadra ha segnato 5 gol in due partite, creando anche diverse occasioni non finalizzate. Cosa è cambiato rispetto a prima quando si faticava a costruire occasioni da gol?

A mio parere c’è un aspetto principale che ha aiutato la fase di costruzione.
Sembra paradossale, ma per me è cambiato l’atteggiamento nel recupero palla.
Con Rottofreno e Carpaneto siamo riusciti a portare pressione alla squadra avversaria per quasi tutta la partita in tutte le zone del campo.
Con tanti uomini che lavoravano sul portatore di palla e sempre attaccando “in avanti”, senza arretrare.
Questo atteggiamento ti permette di recuperare la palla prima e a tenerla per poter costruire.
Magari anche in zone del campo più pericolose.
In questa categoria quando una squadra riesce ad alzare il proprio baricentro, è difficile poi per l’avversaria sovvertire rapidamente la situazione che si è venuta a creare.
Così è più facile che vengano le occasioni da gol.
Nelle partite precedenti questo atteggiamento è venuto meno (Ziano) o c’è stato a sprazzi (Sarmatese).

 

Contro Carpaneto avete sfoggiato una delle migliori prestazioni da inizio stagione. Anche l’atteggiamento è cambiato: c’è più voglia di sacrificarsi e aiutarsi gli uni con gli altri. In questo senso, è stata la brutta sconfitta di Ziano a farvi fare quel passo in più per cercare di rialzarvi il prima possibile?

Sì, assolutamente. Non posso nascondere che dopo la partita con lo Ziano abbiamo passato una settimana tutt’altro che facile.
Ci siamo parlati e, al netto delle varie opinioni, tutti abbiamo concordato che la prima cosa da cambiare era l’atteggiamento. Anche perché continuando così avremmo rischiato grosso.
In queste situazioni poi non basta solo parlarsi, ma bisogna concretamente fare qualcosa in campo.
Già dalla partita con la Sarmatese ci siamo subito applicati per migliorare sostanzialmente questo aspetto, e credo che anche da fuori si sia visto.
Chiaro è che non bastava.
Per passare poi al livello successivo di Rottofreno e Carpaneto, per me il mister è stato bravo anche a ritoccare la nostra organizzazione di gioco.
Nelle partite precedenti avevamo sofferto senza creare; con il suo intervento si son sistemate le cose.

 

Domenica in casa vi attende lo Sporting Fiorenzuola. All’andata è finita 2-2, questa invece che partita sarà?

A livello di gioco espresso in campo per me non cambierà nulla. Le squadre giocheranno una partita a viso aperto, entrambe sempre con l’idea di costruire l’azione per andare a fare gol. Ha buone probabilità di essere una bella gara quella di domenica.
La cosa che per noi dovrà essere diversa dall’andata è la gestione di certi momenti della partita. Vincevamo 2 a 1, e il nervosismo ci ha portato due espulsioni e un gol subito.
Per noi la situazione un girone fa era ben diversa (dopo le dimissioni del mister, con una partenza incerta), e quindi credo sia successo tutto per mancanza di lucidità.
Adesso il momento è ben diverso, quindi dobbiamo evitare errori del genere.

 

Per un attaccante segnare è molto importante, però ti vediamo spesso giocare tanto per la squadra anche a costo di stare più lontano dall’area. È una richiesta del mister o cerchi di aiutare i tuoi compagni in ogni modo possibile?

Credo che tu ti riferisca soprattutto alle partite del girone di ritorno.
Più che altro penso sia stata solo una questione di circostanze; con lo Ziano sono entrato sul 2 a 0 per loro e ho cercato di coprire il buco tra centrocampo e attacco perché gli altri 3 compagni di reparto erano più stanchi e non riuscivano a farlo.
Con la Sarmatese sono entrato sempre sul doppio svantaggio ed in quel momento la squadra aveva il baricentro basso prima del nostro forcing finale; chiaro è che l’attaccante in questo caso si abbassa e subisce un po’ la situazione.
Contro il Carpaneto sono entrato che eravamo in vantaggio e praticamente ho fatto il difensore aggiunto dato che abbiamo subito tanti calci d’angolo e serviva marcare in area.
Già con il Rottofreno la squadra ha avuto più il pallino del gioco, e appunto mi son reso più pericoloso, servendo anche la palla gol a Filippo.
Il mio primo pensiero in campo è cercare di fare gol, perché è così un attaccante può aiutare i propri compagni, al netto di tutti i ripiegamenti difensivi.
Spero nelle prossime partite che le situazioni me lo permettano, così da poter dare un contributo in zona gol diverso da quello che ho dato fino adesso e più simile alle stagioni passate.
Vero è che se ci sarà da battagliare o da sacrificarsi perché la situazione lo richiede, non mi tirerò mai indietro (come d’altronde ho sempre fatto).

 

La zona playoff è discretamente lontana, però ci sono ancora tante partite da disputare. Con questo crescendo di prestazioni e risultati ci credete o sono i due punti di distacco dalla zona playout che vi preoccupano di più?

Sinceramente la squadra adesso è più concentrata a mantenere i punti di distanza dalla zona playout.
L’andamento altalenante di queste 16 partite ci ha insegnato che dobbiamo essere realisti.
Ci sono però due dati di fatto: è un campionato strano, oltre che corto, ed inoltre abbiamo dimostrato che ce la possiamo giocare con tutti. Se riusciamo a fare un filotto di almeno 3 vittorie, l’unica cosa che ti prometto è che puoi intervistarmi un’altra volta e rifarmi la stessa domanda.

 

Mattia Dallaturca