Roberto Scarinzi è l’attuale Responsabile dell’Area Tecnica del Fidenza, ma in passato ha vestito la maglia bianconera prima da giocatore, vincendo il campionato di Prima Categoria nel 1986/87 da capocannoniere della squadra, e poi, per non farsi mancare nulla, ha ricoperto anche il ruolo di allenatore.

 

Ciao Roberto, quando è iniziata la tua storia con il Fidenza?

Il mio primo approccio con il Fidenza Calcio risale alla Stagione 1986/87, in cui, l’allora Fortitudo Fidenza, ripartiva dalla 1^ Categoria, dopo aver vissuto alcune retrocessioni.
Mi ha ingaggiato il “mitico” Guerrino Rossi, che in quella stagione era stato richiamato ad allenare la squadra per tentare la risalita.
Stagione coronata dalla vittoria del campionato, dopo una cavalcata trionfale in testa dall’inizio alla fine dal campionato, e che ha visto il sottoscritto capocannoniere della squadra. Col Fidenza meglio di così non potevo cominciare….
Dopo aver ricoperto il ruolo di giocatore e di allenatore, attualmente sono Responsabile dell’Area Tecnica.

 

Che età avevi quando hai iniziato a giocare a calcio?

Ho iniziato a giocare a calcio prestissimo (alle elementari) ed ho disputato il primo campionato all’età di 11 anni nella squadra (Corona) di un oratorio di Cremona denominato Cristo Re. Fin dai primi calci giocavo attaccante e già il mio primo campionato (esordienti) fu coronato dalla vittoria del girone con finalissima contro la blasonata Cremonese.
Ho smesso abbastanza presto di giocare, a 33 anni, a causa di un brutto infortunio al ginocchio. Nel gennaio del 1991, per insistenza di alcuni amici, ho deciso di seguirli e di iscrivermi al Corso Allenatori. Già nella stagione 1991/92 ho iniziato la mia prima esperienza di allenatore, con il Castelverde in 1^ Categoria, poi Busseto, Pizzighettone, ancora Busseto, Colorno, Fidenza, Polesine, Pallavicino, Noceto, Castelvetro, Fidenza …..

 

È vero che da giocatore eri considerato lo specialista nelle promozioni di squadre di Prima Categoria? Racconta.

Effettivamente da giocatore mi sono fatto una buona nomea, grazie alle promozioni conseguite. Sette campionati vinti da giocatore (tra cui Orceana, Pontenure, Fidenza, Busseto) e sempre come capocannoniere della squadra.
Spesso, anche capocannoniere del Campionato stesso. Ma la soddisfazione di guadagnare la promozione me la sono tolta anche nel ruolo di Allenatore e di Dirigente.

 

Prima giocatore, poi allenatore e ora dirigente: in quale di questi ruoli senti di più la pressione e in quale di questi ti sembra di contribuire maggiormente alla vittoria della squadra?

Come detto in precedenza, nel calcio giocato, non mi sono fatto mancare nulla, ricoprendo tutti i ruoli più attivi di questo magnifico sport. E proprio nel mio “amato” Fidenza sono stato giocatore (stagione 1986/87 coronata dalla vittoria del campionato), sono stato allenatore (stagioni 2001/02 e 2002/03) e dal 2017 sono tornato come dirigente. Sono tre ruoli completamente diversi, che ho vissuto e vivo con grande intensità ed entusiasmo.
Ovviamente da giocatore, considerato anche l’età, ho ricordi bellissimi, avendo avuto la fortuna di vivere esperienze meravigliose di campo e di spogliatoio, con risultati di squadra e personali eccellenti.
Da allenatore l’impegno e l’onere ti portano a vivere le esperienze in modo più altalenante, sentendoti sempre in discussione, indipendentemente dai risultati, ma il ruolo ti gratifica anche con molte soddisfazioni.
Da dirigente, avendo vissuto anche i due altri ruoli, ti senti un po’ meno attivo e risultati e soddisfazioni dipendono molto di più dagli altri che da te stesso. Però anche questo ruolo mi piace interpretarlo con grande impegno ed entusiasmo.

 

L’esperienza più bella che hai vissuto nei tuoi diversi anni a Fidenza?

Nei miei diversi anni a Fidenza l’esperienza più bella che ho vissuto è stata la vittoria del campionato da giocatore, anche perché in quella stagione il buon bottino di reti realizzate e l’affetto dei compagni di squadra, dei dirigenti e di alcuni tifosi, mi ha fatto vivere momenti indimenticabili.
Devo dire che anche da allenatore ho avuto bellissime soddisfazioni ed ottimi rapporti umani. Anche perché nel periodo in cui ho allenato il Fidenza, la squadra era infarcita di tantissimi giocatori di Fidenza (75/80% della rosa), per la maggior parte provenienti dal settore giovanile, che spesso ho avuto il piacere di far esordire in prima squadra e di seguire nel corso delle loro carriere.
Da dirigente del Fidenza, causa le sospensioni degli ultimi campionati, non ho ancora avuto il piacere di eguagliare le soddisfazioni avute nei ruoli precedentemente ricoperti, ma conto di recuperare al più presto.

 

Tuo figlio Andrea gioca nella squadra attuale del Fidenza. Che cosa rivedi di te in lui?

Mio figlio Andrea è già un po’ di tempo che gioca nel Fidenza. Il suo esordio lo ha fatto nel 2017 e, tranne che nella stagione 2018/19, ha sempre militato nel Fidenza. Non sta a me fare paragoni con il sottoscritto e/o elencare eventuali pregi e difetti del giocatore. L’unica cosa che mi permetto di dire che abbiamo in comune è la cultura calcistica. Ritengo di avergli trasmesso determinati valori sportivi ed umani e mi rivedo in lui calciatore sotto forma dell’impegno, della professionalità e dell’entusiasmo per questo sport e per l’attaccamento alla Società, alla maglia e nelle relazioni con compagni di squadra, tecnici e dirigenti.

 

Se tornassi indietro faresti delle scelte diverse dando più spazio alla tua carriera sportiva?

Non ho particolari rimpianti, perché per carattere sono fatalista e credo nel destino. Mi sono sposato e ho avuto la prima figlia che ero molto giovane, per cui gli impegni famigliari e un lavoro di responsabilità mi hanno portato a considerare il calcio al terzo posto delle mie priorità. Mi sono quindi spesso trovato a vincere un campionato (spesso da protagonista) e dover decidere di non seguire la squadra nella categoria superiore.
Mi sono sempre divertito molto comunque e mi accontento; sono soddisfatto della carriera che ho fatto da calciatore dilettante e soprattutto nel mio lavoro, a cui ho dedicato le principali risorse mentali e temporali.

 

Chi è il più forte a briscola tra voi della dirigenza?

Prima di tutto vorrei precisare che dovremmo giocare a briscola più spesso, tra dirigenti, così le statistiche permetterebbero di valutare chi sono veramente i più forti. Però, per il momento, posso solo dichiarare che i più fortunati sono Massimo Allodi e Giorgio Chiesa. Comunque, sulla carta, penso di essere io il più forte!

 

Per concludere, un pronostico su questa seconda metà di stagione.

Per carattere sono abbastanza ottimista, ma anche molto scaramantico, per cui non mi sbilancio in pronostici.
L’unica cosa che posso dire, dopo aver visto il lavoro fatto, durante questa pausa forzata, con la serietà e l’impegno che hanno dimostrato Staff Tecnico e giocatori, è che sono molto fiducioso per questa seconda metà di stagione; in ogni caso, incrociamo le dita.

 

Grazie Roberto per il tempo che ci hai concesso, uno come te conosce molto bene ogni aspetto di una squadra sportiva, visto il tuo passato. L’augurio che ti possiamo fare è di toglierti altrettante soddisfazioni che hai avuto da giocatore e allenatore anche da dirigente!

 

Mattia Dallaturca