Massimo Porcari è una vera bandiera del Fidenza: in passato, da giocatore, ha collezionato quasi 100 presenze ma, a causa del suo forte temperamento che gli è costato diversi cartellini, non è riuscito a raggiungere questo traguardo.
Oggi è collaboratore tecnico ed è sempre pronto e disponibile a dare una mano in società qualora ve ne sia bisogno e in tutti i modi possibili.

 

Da quanto tempo fai parte del Fidenza e come sei arrivato? Qual è il tuo ruolo oggi?

Dall’età di 11 anni faccio parte del Fidenza come calciatore. Ho iniziato dalle giovanili fino ad arrivare a debuttare in prima squadra all’età di 16 anni.
Attualmente sono collaboratore tecnico, ma mi occupo anche di tante altre cose; cerco di essere il più disponibile possibile verso la società che mi ha cresciuto e alla quale sono molto riconoscente.

 

Com’è stata la tua carriera da calciatore? 

La mia carriera calcistica è iniziata a 16 anni, in Serie D, con la maglia del Fidenza. Ho disputato tre stagioni in Serie D per poi passare un anno in prestito, in occasione del servizio militare, a Brescello in Promozione.
Sono ritornato a Fidenza per un altro anno, disputando il campionato Interregionale (avevano tolto la Serie D); poi sono passato per quattro stagioni al Fiorenzuola, che disputava il medesimo campionato. Infine, ho terminato la carriera in Promozione, a Correggio, dove ho giocato per tutti gli ultimi quattro anni.
Purtroppo, non ho avuto la soddisfazione di vincere un campionato nella mia carriera; è un tassello che mi manca, a differenza degli altri miei fratelli.

 

In passato hai avuto anche un’esperienza come allenatore. Se ne avessi ancora l’opportunità torneresti ad allenare?

In passato ho avuto diverse esperienze come allenatore: sono partito da Salsomaggiore con la categoria Allievi, dove abbiamo vinto il campionato provinciale, probabilmente l’unica soddisfazione che mi sono tolto come allenatore.
Dopo Salso, sono andato a Fiorenzuola con i Giovanissimi nazionali; ho allenato a Busseto gli Allievi e la categoria Juniores e sono poi tornato a Salso con i Giovanissimi, passando da Fidenza, … Diciamo che ho girato molte squadre della provincia.
Tra l’altro ho anche allenato per tre stagioni la squadra femminile del Fidenza. È stato un qualcosa di diverso e, comunque, un’esperienza positiva.
Adesso, se anche ne avessi l’opportunità, non è un mio obiettivo principale. Al momento sono al di fuori del rettangolo e mi piace seguire, valutare giovani da inserire in prima squadra. Mi piacerebbe fare l’Osservatore. Il collaboratore tecnico è il ruolo che più mi si addice in questo momento.

 

Nella tua famiglia la passione per il calcio sicuramente non manca. Ma come è nata questa passione? Chi era il più bravo tra di voi?

La mia passione per il calcio è nata nel cortile di casa: il mio primo regalo importante è stato proprio un pallone. Inoltre, dato che i miei fratelli più grandi avevano intrapreso questa strada, ho deciso di seguirli.
Il più bravo di tutti sono io (ride, ndr)! No scherzo, il più completo era mio fratello Vincenzo, che ha fatto per tanti anni il professionista e si è tolto delle belle soddisfazioni, vincendo anche campionati importanti.
Trascurando mio nipote Filippo, che è arrivato a giocare in Serie A, tra i miei fratelli sicuramente il più forte è Vincenzo, almeno per me.

 

Essere premiati sul palco del teatro Magnani davanti a 300 persone, in occasione della festa del centenario che effetto fa?

Il premio che ho ricevuto in occasione della festa del centenario è stata una piacevolissima sorpresa e ne vado davvero orgoglioso! Sono molto riconoscente a questa società perché mi ha dato l’opportunità di giocare tanti anni nel Fidenza e collaborare con loro.
Sono davvero contento di questo percorso fatto insieme!

 

Ci sono altri momenti nella tua esperienza al Fidenza che ricordi con piacere?

Il momento che ricordo con più piacere è stato sicuramente il giorno del mio debutto in prima squadra all’età di 16 anni. Lo porto nel mio cuore come un momento particolare e bellissimo!

 

Oltre al calcio hai altre passioni?

Il calcio è, è stato e rimarrà sempre la mia unica e grande passione. Sono nato con il pallone tra i piedi, ho continuato e continuerò fino a che la vita mi darà l’opportunità di farlo. Viva il calcio!

 

Un parere su questa seconda parte di stagione.

Gli obiettivi sono cambiati: dal puntare ai playoff ora si punta ad evitare i playout, quindi le cose sono cambiate completamente. Diciamo che dobbiamo tutti rimboccarci le maniche per cercare di salvare questa stagione, anche perché Fidenza non si merita assolutamente la Seconda Categoria e sarebbe uno smacco importante, soprattutto nell’anno del centenario.
La squadra ha la possibilità di salvarsi bene, è chiaro che bisogna cambiare atteggiamento: si deve essere molto più aggressivi ed è la cosa che è spesso mancata. Probabilmente mancano giocatori con caratteristiche agonistiche importanti. Siamo, forse, la squadra più tecnica del campionato e tra le più belle da vedere giocare, ma a livello di intensità agonistica pecchiamo un po’ e, in questa categoria, è un fattore importante.

 

Grazie Massimo per la tua disponibilità. Le tue parole trasudano della passione, dell’amore e della riconoscenza che nutri verso questa società, verso questa squadra e verso questi colori che per te hanno significato e significano ancora tanto!

 

Mattia Dallaturca